Casi particolari - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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Casi particolari

Argomenti trattati > Il Diabete > L'alimentazione

L'alimentazione in casi particolari

In caso di ipoglicemia

L'ipoglicemia può manifestarsi in modo improvviso, oppure con una progressione lenta, oppure a volte non dare nessun segno premonitore (e questi sono i casi più sfortunati).
I sintomi più comuni sono:

  • Fame

  • Debolezza

  • Mal di testa

  • Sensazione di malessere generale

  • Spossatezza

  • Tremore

  • Sudorazione eccessiva

  • Palpitazioni

  • Problemi di vista

  • Pallore

  • Sonno

  • Irritabilità

  • Modificazione della personalità

  • Comportamento non coerente

  • Depressione

  • Incubi

  • Difficoltà di risveglio

Se non si interviene tempestivamente, l'ipoglicemia può condurre a convulsioni e coma.
Le possibili cause dell'ipoglicemia possono essere:

Inosservanza degli orari nell'assumere cibo
Attività fisica non prevista
Insulina in dose eccessiva

Ai primi sintomi di ipoglicemia bisogna intervenire subito e a due livelli: il primo per combattere l'abbassamento istantaneo degli zuccheri fornendo un apporto glicemico di immediato utilizzo per l'organismo; il secondo fornire un alimento ad assorbimento più lento, che permetta di arrivare all'ora del pasto senza incorrere in nuove crisi ipoglicemiche.
L'apporto di glucosio istantaneo può essere fornito dai seguenti alimenti:

20 grammi di zucchero (4 zollette o un cucchiaio)
Un cucchiaio di miele o marmellata
Cioccolata (40 grammi)
Banana (1 grande)
5 o 6 caramelle
Un succo di frutta
Una bibita (175 cc. di aranciato o 200 di cola)

Il glucosio a lento assorbimento può essere fornito da:

Pane (30 grammi)
Frutta (100 grammi)
Biscotti (2 o 3)
Latte (200 cc.)

Non assumere bevande alcoliche in quanto non forniscono abbastanza zucchero e potrebbero aggravare la condizione.
Se la quantità di cibo assunta non risulta sufficiente, è bene ripetere dopo 15 minuti la somministrazione.
È utile che il malato di diabete abbia sempre con sé qualcosa da mangiare nel caso incorresse in crisi ipoglicemiche.
Se lo stato di ipoglicemia è talmente grave da non permettere al paziente l'assunzione di cibo (convulsioni o coma), bisogna ricorrere ad uno speciale medicinale a base di ormoni, il glucagone, che è un prodotto iniettabile intramuscolo, spesso fornito in siringhe già pronte all'uso. E' bene tenere sempre a disposizione, in casa o in viaggio, una fiala del prodotto, verificandone periodicamente la data di scadenza (N.B.: il prodotto va conservato in frigorifero a +4°C).
Nel caso il soggetto diabetico sia un adulto, o un bambino che è costretto a muoversi in modo autonomo in ambienti dove non è conosciuto, è bene che porti con sé o un medaglione o una tessera che lo identifichi come diabetico. Questo per permettere ai soccorritori, anche in caso di incoscienza, di intervenire nel modo appropriato.


In caso di attività sportiva

L'attività fisica, in particolare quella sportiva, è uno degli elementi fondamentali per il buon controllo del diabete. Non va quindi vista come un evento particolare, bensì usuale nella vita del soggetto diabetico. Può però accadere che una persona non sia abituato a sforzi fisici particolari, oppure che debba affrontare impegni sportivi o agonistici che richiedono un impegno fisico straordinario. In questi casi è bene adottare alcuni semplici accorgimenti.
In tali casi, pur essendo in grado di prevedere l'evento, è bene non alterare la quantità di insulina che si somministra durante il giorno. Il comportamento corretto sarà quello di fornire all'organismo l'apporto di glucosio necessario ad affrontare lo sforzo fisico a cui va incontro.
Prima di intraprendere lo sforzo è bene eseguire un controllo della glicemia nel sangue e della chetonuria nelle urine.
Nel caso in cui vi sia presenza di acetone nelle urine e la glicemia sia superiore a 250 mg%, è consigliabile non intraprendere l'attività in programma.


In caso di malattia

Nel caso sopraggiunga una malattia, il soggetto diabetico non deve modificare gli orari abituali a cui è solito mangiare. Dovrà solo, come del resto ogni altra persona nel corso di una malattia, evitare cibi pesanti indirizzandosi più su alimenti facilmente digeribili come minestrine, verdure cotte, patate, ecc.
Se il paziente non riesce ad inghiottire cibi solidi, deve ricorrere all'ingestione di cibi liquidi come latte, bevande zuccherate, spremute, the, tisane, brodo.
Un altro accorgimento importante è quello di ingerire molti liquidi (almeno 1 litro e mezzo durante la giornata), soprattutto in presenza di temperature alte.

La cura del bambino diabetico che debba sottoporsi ad intervento chirurgico o a digiuno
(Bozza Finale ISPAD del 21. 01. 00)

Un intervento chirurgico su un bambino o un adolescente diabetico dovrebbe essere eseguito solo in centri che dispongano di un’unità pediatrica specializzata nella cura di giovani diabetici.
I bambini diabetici:
■dovrebbero essere ricoverati in ospedale se necessitano di anestesia generale
■hanno bisogno di insulina, anche a digiuno, per evitare la chetoacidosi
■non possono digiunare prima dell’anestesia per evitare l’ipoglicemia
Per ottenere i più alti livelli di sicurezza è indispensabile un attento coordinamento tra gli specialisti che si occupano del bambino diabetico, il chirurgo e l’anestesista fin da prima del ricovero in ospedale, nel caso di intervento programmato o subito dopo il ricovero, nel caso di intervento di emergenza.

INTERVENTO CHIRURGICO PROGRAMMATO
◦L’intervento andrebbe effettuato, preferibilmente, al mattino presto.
◦Il ricovero in ospedale dovrebbe avvenire nel pomeriggio antecedente l’intervento, nel caso di operazione da effettuarsi al mattino o in caso di interventi importanti. Avverrà al mattino presto nel caso di interventi minori da effettuarsi nel pomeriggio.
■Un ricovero precoce è importante in presenza di un quadro glicemico non soddisfacente
◦Il ricovero dovrebbe avvenire in un reparto di diabetologia pediatrica o di chirurgia pediatrica.

La sera prima dell’intervento
◦È importante controllare frequentemente la glicemia, specialmente prima dei pasti e degli snacks e prima di addormentarsi (controllare anche i corpi chetonici nelle urine).
◦Andrebbe somministrata la solita dose di insulina serale e consumato il solito snack prima di coricarsi.
◦Se c’è una chetosi o una grave iperglicemia i valori andrebbero corretti, preferibilmente, mediante una infusione endovenosa e ciò potrebbe rinviare l’intervento.

(a) Interventi da svolgersi al mattino
◦Non assumere cibi solidi dopo la mezzanotte.
◦Liquidi trasparenti possono essere assunti fino a 4 ore prima dell’intervento (concordare con l’anestesista).
◦Omettere la consueta dose di insulina del mattino.
◦Iniziare la somministrazione di fluidi endovena e di infusione insulinica alle 6.00- 7.00 (vedi Tavola xx)
◦Controllare la glicemia ogni ora prima dell’intervento, ogni mezz’ora durante l’intervento e finchè l’effetto dell’anestesia non sia terminato.
◦Controllare la glicemia ogni ora nelle quattro ore successive all’intervento.
◦Cercare di mantenere il valore glicemico tra 5 e 12 (vedi Tavola XX).
◦Continuare l’infusione endovenosa finché il bambino non possa assumere liquidi orali e snacks (in un intervento importante potrebbe essere per 24-48 ore).
◦Tornare al consueto regime insulinico sottocutaneo o all’insulina rapida prima di consumare il primo pasto.
◦Interrompere l’infusione di insulina 60 minuti dopo che l’insulina è stata somministrata per via sottocutanea.
◦Negli interventi minori il bambino può essere dimesso dall’ospedale dopo il pasto serale, se si è ripreso completamente.

(b) Interventi pomeridiani
◦Somministrare un terzo della consueta dose di insulina del mattino sotto forma di rapida, se l’intervento è previsto dopo le 12.00
◦Permettere la consumazione di una leggera colazione. Liquidi trasparenti possono essere assunti fino a quattro ore prima dell’intervento.
◦Iniziare la somministrazione di liquidi endovenosi e l’infusione insulinica al più tardi alle 12.00.
◦Poi continuare come in (a)
(Alternativamente l’infusione di insulina per via endovenosa può essere iniziata a colazione)

INTERVENTO CHIRURGICO D’EMERGENZA

Nota
■La chetoacidosi diabetica può manifestarsi sotto forma di “addome acuto”.
■La malattia acuta può far peggiorare la chetoacidosi diabetica (con forti dolori addominali).
◦Niente per bocca.
◦Preparare la zona dell’endovena.
◦Controllare il peso, gli elettroliti, la glicemia, i gas sanguigni e i chetoni nelle urine prima dell’intervento.
◦Se in presenza di chetoacidosi, seguire il protocollo per la chetoacidosi diabetica e rimandare l’intervento finchè i valori non siano corretti.
◦Se non c’è chetoacidosi, iniziare la somministrazione di fluidi endovenosi e l’infusione insulinica come negli interventi programmati .

INTERVENTI MINORI CHE RICHIEDANO IL DIGIUNO

Negli interventi più semplici (con o senza anestesia) ma in cui sia prevista una ripresa veloce l’anestesista e il diabetologo possono seguire un protocollo semplificato che potrebbe includere:

O: l’intervento al mattino (8.00-9.00) con somministrazione di insulina e di cibo rimandati dopo l’intervento.
O: la riduzione della dose solita di insulina (p.es di ¼) o la somministrazione ripetuta di piccole dosi di insulina.

Nota: In tutte queste situazioni si raccomanda un’infusione di glucosio al 5-10% e un controllo frequente dei valori glicemici.

tratto da  http://www.progettodiabete.org

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