Prudenza con le Staminali - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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Prudenza con le Staminali

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TERAPIE CON STAMINALI E TEST GENETICI:
I DIABETOLOGI CHIEDONO PRUDENZA


Ne’ i test genetici ne’ la terapia con staminali sono ancora a portata di paziente. Meglio, per ora, lasciarli ai ricercatori. Il monito degli specialisti arriva dal congresso ‘Panorama Diabete’ in corso a Riccione. Molti i progressi della ricerca, tutti di estremo interesse per studiare le strade che portano alla malattia. Ma tutte queste scoperte non sono ancora di alcuna utilita’ nella pratica clinica, non aiutano cioe’ a prevedere con certezza chi e’ a rischio di sviluppare una malattia multifattoriale come il diabete, l’ipertensione, l’osteoporosi o le malattie cardiovascolari. Stesso discorso per la terapia cellulare a base di staminali; gli studi sono ancora tutti in corso e non e’ il caso di diventare cavie di se stessi, perche’ lo scotto da pagare potrebbe esser molto alto. Focus, nel corso dei lavori, soprattutto sui supplementi e gli integratori per prevenzione e terapia, la cura con le cellule staminali, i marcatori genetici, per prevenire il diabete ma anche le malattie cardiovascolari. ”Con la promessa di risultati miracolosi sul peso corporeo e sul controllo glicemico – dice Rosalba Giacco, primo ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino e membro del Consiglio Direttivo della SID – sempre piu’ pazienti affetti da diabete e malattie cardiovascolari si sono avvicinati all’utilizzo di prodotti come nutraceutici, fitofarmaci e altri integratori”. Ma, avverte, ”devono essere soddisfatti criteri specifici per poter dichiarare un nutraceutico biologicamente efficace, per definire quale sia il suo target e per quali tra i nutraceutici oggi in commercio esista una dichiarazione che sostenga la capacita’ di migliorare una funzione biologica o di prevenire una malattia”. Quanto alle staminali, quando si parla di un rimedio per una qualche malattia e quindi di un trattamento farmacologico ci sono delle norme stabilite per legge a livello europeo e nazionale che definiscono un percorso ‘certo’ perche’ la qualita’ di produzione di un farmaco e quindi la sua eventuale finale messa in commercio avvenga in un contesto di efficacia ma soprattutto di sicurezza per la persona che ricevera’ questo farmaco. ”E questo e’ quello che attiene alla medicina basata sull’evidenza normale – sottolinea Piero Marchetti, professore associato di endocrinologia all’Universita’ di Pisa – e naturalmente anche le terapie cellulari devono seguire alcune regole precise che sono diverse a seconda che la cellula in questione (come ad esempio le staminali), sia manipolata piu’ o meno pesantemente. Il mondo del diabete e’ ancora un po’ ai margini di questa problematica, anche se da piu’ parti si sta cercando di far passare il concetto che la terapia con cellule staminali sia un po’ la panacea per tutta una serie di malattie croniche, tra cui appunto il diabete di tipo 1 ma non solo. Va detto chiaramente che nessuna terapia a base di cellule staminali, per quanto riguarda il diabete, ha per il momento a disposizione elementi scientifici per poter dire ‘se non altro e’ sicura’ e ‘forse puo’ pure funzionare’. Ma va pur detto che in tutto il mondo sono in corso vari approcci, anche con cellule mesenchimali, per valutare in una serie di situazioni cliniche inerenti al diabete questo possa essere di aiuto”. Infine i ‘marcatori genetici’, cioe’ le componenti molecolari genetiche riconducibili allo sviluppo della malattia: ”Non tutti i marcatori genetici fino ad oggi identificati per il diabete o per le malattie cardiovascolari, sono poi utilizzabili nella pratica clinica, in quanto capaci di predire con buona approssimazione chi sviluppera’ la malattia – spiega Vincenzo Trischitta, Ordinario di Endocrinologia all’Universita’ ”La Sapienza’ di Roma – . Se io ho un marcatore che di suo non mi predice granche’ la malattia e che, se lo aggiungo a dei modelli per il calcolo del rischio che gia’ di per se’ funzionano benissimo non me li migliora, per quale motivo io dovrei spendere dei soldi per utilizzare questo marcatore? L’unico motivo e’ che se io spendo dei soldi, c’e’ qualcuno… che li guadagna: e questa e’ pubblicita’ ingannevole. Ne’ per l’obesita’, ne’ per il diabete, ne’ per le malattie cardiovascolari in questo momento i marker genetici sono d’aiuto nella pratica clinica. E c’e’ qualche cialtrone che addirittura vorrebbe utilizzare i marcatori genetici per predire la risposta alla dieta. Il pubblico non deve cadere in queste trappole”.

Tratto da SanitaNews.it


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