Alessandro Volta - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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Alessandro Volta

Argomenti trattati > Como città e territorio > La nostra città > Personaggi Lariani

Alessandro Volta, nato a Como il 18 Febbraio 1745, morto a Como il 5 Marzo 1827
Alessandro Volta nacque a Como il 18 febbraio del 1745 da Filippo e da Margherita De' Conti Inzaghi. La famiglia Volta apparteneva all'aristocrazia lombarda e aveva legami assai stretti con l'ambiente ecclesiastico.
Dopo la morte del padre l'educazione di Alessandro è affidata allo zio Alessandro.
Dopo aver frequentato - a 13 anni - la scuola dei gesuiti a Como, è trasferito al seminario Benzi di Como, all'età di sedici anni. Vani risultano i tentativi, da parte del padre Gerolamo Bonesi, maestro di Alessandro, di avviarlo al sacerdozio. Altrettanto inutili si rivelano gli sforzi dello zio Alessandro per fargli intraprendere gli studi giuridici. Gli interessi culturali di Volta si delineano chiaramente a diciotto anni, allorché - dopo aver studiato le opere di Van Musschenbroek, di Nollet e Giambattista Beccaria - instaura un'intensa corrispondenza epistolare con lo scienziato francese e con il suo connazionale.
Intorno al 1765 Volta frequenta la casa di Giulio Cesare Gattoni (1741-1809), dove ha la possibilità di servirsi del gabinetto fisico che il Gattoni aveva costruito fra il 1764 e il 1765. L'interesse per l'elettrologia viene stimolato dalle ricerche dell'amico Gattoni grazie al quale, secondo Giambattista Giovio, Volta "acquistò gran parte del suo nome europeo".

Nel 1769 Volta pubblica la dissertazione "De vi attractiva ignis electrici ac phaenomenis inde pendentibus", e nel 1771 la memoria epistolare "Novus ac simplicissimus electricorum tentaminum apparatus".

Nel 1774, dietro interessamento del Firmian, è nominato reggente (direttore) delle scuole pubbliche di Como; l'anno successivo, diviene professore di fisica sperimentale nel ginnasio di Como.
Con l'appoggio di Firmian e di Kaunitz intraprende, nel 1777, il suo primo viaggio scientifico in Svizzera, Alsazia e Savoia. Durante questo viaggio conosce alcuni fra i più celebri naturalisti, come H.B. De Saussure e J. Senebier. Dietro proposta del governatore generale della Lombardia Asburgica (il più volte citato Carlo Giuseppe Conte di Firmian), viene conferita a Volta, nel novembre del 1778, la cattedra di Fisica sperimentale dell'Università di Pavia.

Nel 1771 l'Imperatrice Maria Teresa aveva infatti varato un "Piano di direzione, disciplina e economia dell'Università di Pavia" e, nel 1773, un "Piano scientifico". L'attuazione di tali programmi implicava il potenziamento degli insegnamenti scientifici dell'ateneo pavese che, nelle intenzioni del governo di Vienna, doveva diventare la "scuola centrale dello Stato". Grazie all'abilità diplomatica del conte Firmian e alla collaborazione di Spallanzani, Boscovich e dello stesso Volta, l'innovazione del sapere scientifico prese avvio in Lombardia.
Nel 1780, lo scienziato comasco si reca a Firenze per visitare il Regio Museo di Fisica e Storia Naturale e per condurre indagini naturalistiche. Nel settembre del 1781 visita la Svizzera, l'Alsazia, la Germania centroccidentale, l'Olanda, il Belgio e, verso la fine di dicembre, giunge a Parigi.Qui soggiorna per quattro mesi lavorando con Laplace e Lavoisier. Nel 1782 giunge a Londra, dove si ferma sino a giugno. Successivamente, nel 1784, si reca, insieme al collega Antonio Scarpa, a Vienna e a Berlino. L' anno dopo sarà nominato rettore dell'Università di Pavia. Le ricerche compiute, durante gli anni ottanta, in elettrologia, meteorologia elettrica, calorimetria, geologia e chimica dei gas, gli consentono di affermarsi come uno dei più illustri scienziati di livello europeo.

Dopo la pubblicazione dello scritto di Galvani "De viribus electricitatis in motu musculari commentarius" (1791), Volta, che nel 1794 aveva ricevuto dalla Royal Society la Medaglia d'Oro di Copley per i suoi contributi scientifici, pubblica sugli "Annali di chimica e di storia naturale" - rivista fondata e diretta dal chimico pavese Luigi Brugnatelli - una memoria intitolata "Nuova memoria sull'elettricità", indirizzata al fisico piemontese Vassalli. Tre anni dopo darà alle stampe tre saggi di carattere epistolare, indirizzati al fisico tedesco Gren, dal titolo "Sul galvanismo".
Il 20 marzo del 1800, Volta comunica al presidente della Royal Society, sir Joseph Banks, l'invenzione della Pila. Nel giugno dello stesso anno, Napoleone - al quale Volta aveva reso omaggio nel 1796 - riconferma lo scienziato comasco professore di fisica sperimentale presso l'Ateneo pavese. Nel 1801 si reca a Parigi, accompagnato dal Brugnatelli, per illustrare le ricerche che lo avevano condotto all'invenzione della Pila.



Alla presenza di Napoleone, primo console, legge la "Memoria sull'identità del fluido elettrico col fluido galvanico", per la quale gli sarà assegnata una medaglia d'oro.
Nonostante l'enorme successo, la modestia dell'illustre scienziato comasco non viene turbata. A questo proposito, basti leggere ciò che Volta scrive alla moglie il 7 novembre del 1801: "in mezzo a tante cose, che devono certo farmi piacere, io non m'invanisco a segno di credermi di più di quel che sono; e alla vita agitata da una vana gloria preferisco la tranquillità e dolcezza della vita domestica" (Epistolario, vol.IV, p.86). Nello stesso anno è nominato membro della consulta di Lione.
Nel 1805 Napoleone gli fa assegnare una pensione annua e lo fa nominare Cavaliere della Legione d'Onore. Nel 1806 diventa Cavaliere dell'Ordine Reale Italiano della Corona di Ferro; nel 1809, senatore del Regno d'Italia, e infine, nel 1810, conte del Regno d'Italia.

Dal 1801 al 1812 Volta rivestirà incarichi pubblici: Presidente del Consiglio generale del dipartimento del Lario; Presidente del Magistrato d'Acque; revisore delle stampe e membro dell'Ufficio Centrale della libertà di stampa; Presidente del Consiglio elettorale del dipartimento del Lario, da ultimo.

Nonostante la caduta del regime napoleonico e la conseguente restaurazione austriaca, il governo di Vienna lo chiama a Pavia in qualità di direttore degli studi filosofici dell'ateneo pavese.



Nel 1819 Volta si ritira a vita privata nella sua città natale. Dopo una breve malattia, si spegnerà in Como il 5 marzo 1827 all'età di 82 anni.



















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