Basale Peglispro meglio di Glargine - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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Basale Peglispro meglio di Glargine

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Diabete di tipo 1, insulina basale peglispro migliora il controllo glicemico rispetto a glargine

Pazienti con diabete di tipo 1 trattati con insulina basale peglispro (un’insulina ad azione prolungata sviluppata da Eli Lilly), hanno mostrato livelli di emoglobina glicata (HbA1c) significativamente più bassi dopo 26 e 52 settimane di trattamento rispetto a quelli trattati con insulina glargine in due studi randomizzati di fase III presentati al congresso dell'American Diabetes Association (ADA) a Boston. I trial in questione sono IMAGINE-1 e IMAGINE 3.

Lo studio IMAGINE-1, che è un trial in aperto, della durata di 78 settimane, ha coinvolto 455 pazienti con diabete di tipo 1, di cui 295 assegnati al trattamento con insulina basale peglispro e 160 al trattamento con insulina glargine, in combinazione con insulina prima dei pasti.

IMAGINE-3, invece, è uno studio in doppio cieco di 52 settimane, che ha coinvolto 1114 pazienti, di cui 664 trattati con insulina basale peglispro prima di dormire e 45 con insulina glargine, in combinazione con insulina prandiale lispro .

Nello studio IMAGINE -1, i pazienti trattati con insulina basale peglispro hanno mostrato un livello di HbA1c a 26 settimane (endpoint primario del trial) inferiore rispetto a quelli trattati con insulina glargine (7,1% contro 7,4%). Risultati simili si sono ottenuti per l'endpoint primario dello studio IMAGINE-3, rappresentato dal valore di HbA1c a 52 settimane (7,4% contro 7,6%).

Inoltre, i pazienti che hanno raggiunto il target raccomandato di HbA1c inferiore al 7% sono risultati di più nel gruppo assegnato all’insulina basale peglispro rispetto a quello assegnato a insulina glargine, sia nello studio IMAGINE-1 dopo 26 settimane (44,9% contro 27,5%) sia nello studio IMAGINE- 3 a 52 settimane (35,3% contro 26,1%).

E ancora, l'insulina basale peglispro è risultata associata a una rischio più basso di ipoglicemia notturna rispetto all'insulina glargine in entrambi gli studi, con 1,7 eventi contro 2,7 per paziente in 30 giorni dopo 26 settimane nello studio IMAGINE-1 e rispettivamente 1,3 eventi contro 2,5 dopo 52 settimane, nello studio IMAGINE-3 ci sono stati.

Tuttavia, l'insulina basale peglispro è risultata associata a un’incidenza più elevata di ipoglicemie totali rispetto a insulina glargine. Nello studio IMAGINE-1, dopo 26 settimane sono stati registrati rispettivamente 16 eventi per paziente in 30 giorni contro 12,4 e nello studio IMAGINE-3, dopo 52 settimane, ci sono stati rispettivamente 15,3 eventi contro 13,9.

Un'analisi di entrambi gli studi non ha evidenziato differenze significative nelle percentuali di ipoglicemia grave tra il gruppo trattato con insulina basale peglispro e il gruppo trattato con insulina glargine; tuttavia, nello studio IMAGINE-1, dopo 26 settimane, l’incidenza delle ipoglicemie gravi è risultata più alta nel primo gruppo rispetto al secondo (39 eventi per 100 pazienti-anno contro 16,2), mentre nello studio IMAGINE-3, dopo 52 settimane, l’incidenza di questo evento avverso è risultata simile nei due gruppi (19,7 eventi per 100 pazienti-anno contro 22,5).

Sul fronte del peso corporeo, i pazienti trattati con insulina basale peglispro hanno ottenuto un calo ponderale, mentre quelli  trattati con insulina glargine hanno fatto registrare un aumento di peso sia nello studio IMAGINE-1 dopo 26 settimane (-2,6 kg contro +0,7) sia nello studio IMAGINE-3 dopo 52 settimane (- 0,6 kg contro +1,2 kg).

In entrambi i trial, i pazienti assegnati all’insulina basale peglispro hanno mostrato un aumento dei trigliceridi rispetto a quelli assegnati a insulina glargine. Nell’IMAGINE-3 in particolare, i pazienti trattati con insulina basale peglispro hanno mostrato un aumento del colesterolo LDL, una diminuzione del colesterolo HDL e un aumento della pressione arteriosa, sia sistolica sia diastolica, rispetto a quelli trattati con l’insulina di confronto.

Di contro, l’incidenza degli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE), tra cui la morte per cause cardiovascolari, l’ictus non fatale, l’infarto miocardico non fatale e l’ospedalizzazione per angina instabile, è risultata inferiore nel gruppo trattato con l’insulina basale peglispro rispetto al gruppo di controllo nello studio  IMAGINE-3, mentre nell’IMAGINE-1 non si sono registrati MACE.

In entrambi i trial, nei pazienti trattati con insulina basale peglispro si è osservato un aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT) epatica, ma i valori sono tornati prossimi a quelli basali circa 4 settimane dopo l'interruzione della terapia. Inoltre, la steatosi epatica, misurata con la risonanza magnetica in un sottogruppo di pazienti in entrambi gli studi, è risultata più alta tra i soggetti trattati con insulina basale peglispro rispetto ai controlli.

"In molti pazienti con diabete di tipo 1, le terapie insuliniche attuali potrebbero essere non ottimali per una serie di motivi" spiega Melanie Davies, dell'Università di Leicester nel Regno Unito, in un comunicato stampa diffuso da Eli Lilly.

"I risultati degli studi IMAGINE dimostrano che l'insulina basale peglispro presenta una combinazione unica di vantaggi, tra cui il controllo glicemico superiore, la perdita di peso e un’incidenza più bassa di ipoglicemie notturne, ognuno dei quali potrebbe essere utile per i pazienti che necessitano di un trattamento con insulina basale" ha concluso la Davies.

S.K. Garg et al. Greater HbA1c Reduction with Basal Insulin Peglispro (BIL) vs. Insulin Glargine (GL) in an Open-Label, Randomized Study in T1D Patients (pts): IMAGINE-1. ADA 2015; abstract 95-OR:

R.M. Bergenstal, et al. Superior Reduction of HbA1c in a Double-Blind, Randomized Study of Basal Insulin Peglispro (BIL) vs. Insulin Glargine (GL) in Patients (pts) with T1D: IMAGINE-3. ADA 2015; abstract 986-P:

15 Giugno 2015 - Tratto dal www.pharmastar.it
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