La medicina alternativa - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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La medicina alternativa

Argomenti trattati > Il Diabete > Come si cura

Come ci può aiutare la medicina alternativa

In questa sezione si affronta un tema particolarmente delicato, che non poteva mancare per completare il quadro generale sul diabete e la sua terapia: la medicina alternativa.
La medicina alternativa, così chiamata perché diversa da quella tradizionale occidentale, quando si pone nei confronti delle altre medicine in una posizione sinergica, cioè di "lavoro insieme" verso l'unico obiettivo della salute del paziente, può essere utile anche nel trattamento del diabete. Infatti, se è evidente che nulla può sostituire la terapia insulinica e i controlli glicemici, è altrettanto vero che l'utilizzo di alcune sostanze naturali, stimolazioni fisiche e/o psichiche, comportamenti di vita, possono influire positivamente sul decorso della malattia.
È opportuno sottolineare che comunque, ogni iniziativa da parte del paziente, deve sempre essere prima concordata con il team diabetologico che lo ha in cura; questo per evitare errori grossolani che potrebbero portare a situazioni pericolose e comunque dannose per il paziente stesso.



La malattia diabetica:
etiopatogenesi ed esperienze cliniche
Tratto da:
Agopuntura e dintorni

"Una diagnosi precoce, adeguati schemi terapeutici, precise norme alimentari, fanno sì, che attualmente il diabete sia una affezione di relativo facile controllo".

P. Brunetti, 1987

L'articolo analizza l'etiopatogenesi dell'affezione "xiao ke" a partire dai testi classici fino ai tempi più recenti. Malattia dovuta a "calore secchezza" ai "Tre Riscaldatori" (San Jiao) si deve a predisposizione individuale più cause acquisite (alimentari o psichiche) dichiaranti. Oltre ai vari trattamenti in agopuntura, si precisano schemi fitoterapeutici di tipo energetico, ma basati su droghe vegetali presenti nel mondo occidentale. Si presentano, inoltre, due diverse esperienze (una del 1989, l'altra completata nel Marzo 1994) in tema di "retinopatia diabetica" (e sul controllo chimico e matabolico dei pazienti trattati).
La malattia diabetica viene definita, in Medicina Tradizionale Cinese (MTC), "Xiao ke", inserita fra le affezioni dei "liquidi organici" (Jin/Ye) e legata sia a cause costituzionali (vuoto di jing renale e di yin) che acquisite (intemperanze alimentari, turbe psichiche protratte). Tali affezioni sono già segnalate nei vari classici (Su Wen capp. 4 e 47, Ling Shu cap. 46, Jin Gui Yao Lue, Wai Tai Mi Yao, Ji Sheng Fang, Zhen Jiu Jia Yi Jing, Shang Lun Pian) ed i sintomi cardinali sono: poliuria, polidipsia, polifagia, perdita di peso (xiao-ke si può tradurre come "emaciazione e sete"). Sia i testi cinesi moderni che i classici cinesi (ad esempio lo Jin Kui Yao Lue Fan Lung di Zhang Zhong Jing del II secolo d.C.) e giapponesi ("Trattato dei polsi" del 1770) distinguono due varietà di malattia diabetica:

Tang Niao Bing (o Duo Niao Zheng), che corrisponde al diabete zuccherino;
Niao Beng Zeng, che invece corrisponde al diabete insipido (sia ipofisario che renale).

In questo articolo ci occuperemo della prima forma (diabete mellito: tang niao bing).
Il trattato "Nei Ke Xue" (libro I) considera la malattia diabetica "un esaurimento dei liquidi organici con sviluppo di calore e secchezza-calore che perturbano i liquidi organici". Numerosi lavori cinesi recenti (riportati sul "Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese" di G. Di Concetto e coll., Utet, 1992) tendono a dimostrare che il trattamento in agopuntura e farmacoterapia tradizionale, è molto utile nel controllo metabolico e nella prevenzione delle complicanze (micro e macroangiopatie, nefropatia, retinopatia, ipertensione, malattia coronarica, ecc.).
Mancano invece studi clinici controllati condotti in Europa, con la sola eccezione di un nostro lavoro sulla retinopatia presentato (congresso nazionale AIMA, 1989) in collaborazione con il Servizio di Fisiopatologia Retinica della Clinica Oculistica della Università dell'Aquila (responsabile Dott. N. Biordi). Due lavori del Dott. Lucio Pippa (apparsi sui numeri 65 e 66 della Riv. it. d'Agopunt., del 1989) inquadrano l'affezione diabetica sotto il profilo generale suggerendo schemi di trattamento integrato in agopuntura, moxibustione e dietetica. In questi lavori si accenna anche ai vari fitoprincipi (Panax ginseng, Rhemabnnia glutinosa, Trichosantis, Anemarrhena Asphodeloides, Codonopsis pilosuale) in grado di svolgere azione ipoglicemizzante e ad alcuni alimenti (carne e pancreas di maiale, carne di coniglio, ostriche, barbe di mais, zucca amara, anguria, riso duro, ecc.) in grado di migliorare il controllo metabolico in corso di diabete mellito.
Un inquadramento molto ampio è contenuto nell'articolo di Auteroche (vedi bibliografia) del 1984 ed in quello di A. Delcour del 1992.



ETIOPATOGENESI

La malattia si deve a cause congenite ed acquisite
CAUSE COSTITUZIONALI: La causa principale è un vuoto del Jing del Rene (jingshenxu) e, talvolta, un vuoto della radice yin del corpo (xuyin). L'anamnesi e l'esame obiettivo (guardare, toccare, interrogare, ascoltare) consentono di differenziare le affezioni diaffezioni di base. Le forme in cui si ravvisano simultaneamente segni di vuoto di jing e di yin sono le più difficili da trattare.
CAUSE ACQUISITE: sono essenzialmente due:

Intemperanze alimentari: gli errori dietetici sia quantitativi che qualitativi (natura, sapore degli alimenti) ledono la coppia stomaco/milza (wei/pi), causano catarro (tan) ed aggravano il calore (re) e la secchezza (zao) con esaurimento dei "liquidi".
Turbe psichiche protratte: causano dapprima compressione del qi del fegato, poi sviluppo di calore e di fuoco (huo) interni, che colpiscono il sangue (xue) ed i liquidi organici (jin/ye).

Alcune eruzioni cutanee in corso di malattia diabetica (necrobiosi lipoidica, bullosis diabeticorum, acne rosacea, eritrosi) si debbono a compressione del qi del fegato con calore del sangue (rexue).
Le cause congenite ed acquisite, congiuntamente, generano calore o calore-secchezza, che invadono il Triplice Riscaldatore causando i segni clinici di malattia. In effetti il TR è molto sensibile alla patologia da "calore" ed essendo "la via delle acque" risente di tutte le perturbazioni dei liquidi organici (Auteroche, 1984; D. De Bernardinis et al., 1992).

FORME CLINICHE

Sono essenzialmente tre: interessamento del Polmone (Fei) e del TR-S (Shang Xiao), interessamento dello Stomaco (Wei) e del TR-M (Zhong Xiao), interessamento del Rene e del TR-I (Xia Xiao).

Calore al Polmone e al TR-Superiore

I sintomi sono: polidipsia, poliuria (il polmone è "il tetto dei liquidi"), sensazione di febbre (a causa del calore), bordo e punta della lingua rossi, polso accellerato (shuo) o vasto (hong).
Complicanze frequenti sono le micro e macroangiopatie da iperplasia intimale o aterosclerosi secondaria.

Calore allo Stomaco e al TR-Medio

I principali sintomi sono: polifagia, dimagrimento (segni di calore allo Zhong Jiao), feci secche e dure (per calore allo yang-ming ed esaurimento interno dei liquidi), induido linguale giallo-secco, polso scivoloso (hua) e forte. Complicanze frequenti sono le "disautonomie diabetiche".

Calore al Rene e al TR-Inferiore

I sintomi sono: poliuria, urine torbide (lipuria), labbra secche, xerostomia. La lingua è rossa e disidratata. Il polso profondo (chen), fine (xi) e precipitoso (shuo). Nelle fasi più avanzate impotenza, lombagie, debolezza dei lombi e delle gambe. La presenza di un polso senza forza è indice di gravità. Complicanze frequenti sono la nefropatia nefrosica di Klimmstein- Wilson e l'ipertensione.

TERAPIA

Oltre al trattamento con aghi si ricorre a piante medicinali in rapporto alla loro natura ed al loro sapore. Noi impieghiamo piante occidentali di tipo ipoglicemizzante ma differenziandole in rapporto all'etiopatogenesi ed alla sintomatologia.

Calore al Polmone e al TR-Superiore

Agopuntura: MP6, Rn2-3-6, V17-13, P10-11, VC23, G14.
Fitoterapia: Eucalyptus globosus, Trigonella faenum graecum, Vinca Minor, Urtica Urens (in Estratto Fluido o in Tintura Madre. Al massimo "melange" di tre piante per 3/4 volte al dì).

Calore allo Stomaco e al TR-Medio

Agopuntura: MP6, Rn21, V17-21, GI11, MC6, S36.
Fitoterapia: Agrimonia eupatoria, Arctium lappa, Juglans regia, Juniperus communis, Geranium odorantissimum o robertianum, Cinchona succirubra.

Calore al Rene e al TR-Inferiore

Agopuntura: MP6, Rn2-6-7, V17, 4-6VC, 4-20VG.
Fitoterapia: Achillea millefolium , Taraxacum dens leonis, Equisetum hiemalis.

Calore ai Tre Riscaldatori (San Jiao Re Zao)

Agopuntura: Rn2-6, V17-22, MP6, MC6.
Fitoterapia: Eucalyptus globosus, Arctium lappa, Achillea millefolium
In rapporto all'origine, poi, noi diversifichiamo:

Forme con compressione del Qi del fegato

Si avranno segni di calore e secchezza ai tre riscaldatori e di calore del sangue. Il paziente è nervoso, ansioso irascibile. Non vi è eccedenza ponderale e, spesso, si registra ipoinsulinemia.
Occorre aggiungere al trattamento di base alcuni schemi per decomprimere il Qi del Fegato:
Agopuntura: F2-6, MC6, GI11, ecc.
Fitoterapia: Cynara scolimus, Chelidonium majus

Forme con eccessi alimentari

Dapprima avremo eccesso di calore allo yang-ming, poi umidità-calore alla milza ed allo stomaco (con polsi hua e shuo). Il soggetto è obeso, con estremità gracili, lingua suburrale con patina gialla ed adesa. Compaiono astenia, diarrea, feci voluminose, pirosi, ecc.
In aggiunta al trattamento di base consigliamo:

In caso di calore allo yang-ming
Agopuntura: 6TR, 16Rt, 36E.
Fitoterapia: Vaccimium myrtillus.
In caso di umidità-calore allo stomaco (wei) ed alla milza (pi)
Agopuntura: 40E, 6Rt, 12VC, 7P, 20-21V.
Fitoterapia: Gentiana lutea.

ALTRE CLASSIFICAZIONI

Attualmente in Cina si attuano schemi terapeutici basati su una diversa classificazione delle affezioni xiao-ke:

Deficit dello yin di reni e polmoni
Deficit di yin con liberazione di calore (o fuoco)
Deficit di yin e di energia vitale (jing)
Deficit di yin e di yang

I punti utilizzati e le metodiche impiegate saranno differenti in rapporto alle diverse nosografie.

Nel caso di deficit di yin di reni e polmoni si impiegano: VC6 (in moxa con zenzero), 7P, 6Rn, 28E, 35V, 39V, 29V (tutti in tonificazione forte con aghi).

Nel caso di deficit di yin con sviluppo di fuoco: V17, V20, S36, con aghi in rotazione semplice.
Nelle forme con deficienza di yin e di energia vitale: MC3, Rt6-8, VC6-12 (questi ultimi due in moxa associata allo zenzero).
Nelle sindromi freddo (per deficit dello yin e dello yang) MC3, Rt8, Rt6 tutti in forte tonificazione con aghi.
Alcuni lavori cinesi condotti sulla scorta di questi schemi e con punti scelti in relazione ai sintomi dimostrano un'azione sia sulla glicemia che sulla increzione insulinica, sopratutto in insulinodipendenti con eccedenza ponderale. Il meccanismo d'azione sarebbe legato, quindi, alla riserva funzionale beta-pancreatica e non all'utilizzo periferico maggiore di glucosio. Studi condotti nel 1987 (vedi bibliografia) indicano anche un'azione sulle complicanze microangiopatiche, sia sotto il profilo clinico che strumentale ed ematochimico.
Seguendo questi schemi classificativi è possibile parlare di due varietà essenziali di diabete:

tipo yang (da eccesso) che di solito non è insulinodipendente (diabete tipo II, obeso adulto);
tipo yin (da difetto) insulinodipendente, genetico e familiare (diabete tipo I sovente giovanile).

FARMACOTERAPIA TRADIZIONALE CINESE

Numerose preparazioni (in decozioni, pillole, gocce idroalcoliche, ecc.) possono essere impiegate. La maggioranza degli autori preferisce discriminare i trattamenti considerando le "tre emaciazioni" (San Xiao), ovvero l'aggressione principale al TR-Superiore, medio o inferiore.
Shan Xiao (Diabete Superiore, Fuoco del Polmone)
La principale prescrizione e la Bai Hu Jia Ren Tang (decozione della Tigre Bianca arricchita con Ginseng) che si compone di:

Radix Panax ginseng (Ren Shen) 17%
Gypsum fibrosum (Shi Gao) 30%
Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 15%
Semen Ortyzac non Glutinosae (Jing Mi) 30%
Radix Glycyrrhizae Gan Cao 8%
Zhong Xiao (Diabete Medio, Fuoco dello Stomaco)

Si prescrive la decozione Yu Nu Jian (decozione della Bella di Giada):

Gypsum Fibrosum (Shi Gao) 33%
Radix Rehmanniae preparata (Shi Di Huang) 22%
Radix seu Tuber Ophiopogonis (Mai Men Dong) 17%
Radix Achyranthis Bidentatae (Huai Niu Xi) 17%
Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 11%
Xia Xiao (Diabete Inferiore, Fuoco del Rene)

Si possono usare formule diverse. Ad esempio la preparazione Liu Wei Di Huang Wan o Tang (Pillole / Decozione dei Sei Sapori con Rehmannia):

Radix Rehmanniae preparata (Shi Di Huang) 28%
Fructus Corni (Shan Zhu Yu) 17%
Rhizoma Dioscoreae (Shan Yao) 17%
Sclerotium Poriae Albae (Fu Ling) 13%
Cortex Moutan Radicis (Mu Dan Pi) 12%
Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 12%

Inoltre esistono alcune formulazioni generali che si adattano a tutti i tipi di diabete:

San Xiao Wan (Pillole dei Tre Dimagrimenti):
Radix Panacis Quinquifolii (Xi Yang Shen) 10%
Radix Trichosantis (Tian Huan Fen) 10%
Radix Rehmanniae preparata (Shu Di Huang) 10%
Herba seu Caulis Dendrobii (Shi Hu) 7%
Radix seu Tuber Asparagi (Tian Men Dong) 7%
Rhizoma Polygonati odorati (Yu Zhu) 7%
Fructus Mori (Sang Shen) 7%
Fructus Lycii (Gou Qi Zi) 7%
Rhizoma Anemarrhenae (Zhi Mu) 7%
Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 7%
Rhizoma Alismatis (Ze Xie) 6%
Rhizoma Dioscorae oppositae (Shan Yao) 7%
Radix Ginseng (Ren Shen) 7%
Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 7%

Un'altra prescrizione di ampio spettro d'azione e di uso molto largo in Cina è la Xia Ke Wan (Pillole contro il Diabete):

Radix Puerariae (Ge Gen) 15%
Radix Trichosantis (Tian Hua Fen) 15%
Radix Rehmanniae recens (Sheng Di Huang) 15%
Radix seu Tuber Ophiopogonis (Mai Men Dong) 10%
Fructus Schizandrae (Wu Wei Zi) 10%
Gyspus Fibrosum (Shi Gao) 5%
Radix Glycyrrhizae (Gan Cao) 5%
Rhizoma Anemarrhemae (Zhi Mu) 10%

Inoltre una serie di studi su principi singoli sono stati effettuati (con estremo rigore e su un'ampia casistica) del tutto recentemente. Fra i principi ad azione ipoglicemizzante:
Semen Litchi (Li Ren)
Psidium Guyava (Fan Shi Liu)
Carnellia sinensi (ad azione anche di riequilibrio psichico)

NOSTRE ESPERIENZE CLINICHE

Nel corso del 1989 abbiamo sottoposto a schema agopunturistico e fitoterapeutico una dozzina di individui con forme differenti (per aspetto e gravità) di "retinopatia diabetica". Si trattava di situazioni di diabete non insulino-dipendente, con "fuoco ai tre riscaldatori", per lo più con segni di eccesso (compressione del qi del fegato). Oltre a segni morfologici (retinoscopia, retinografia) erano già manifesti segni funzionali (adattometrici e di acuità visita). Il lavoro si è svolto in collaborazione con il Servizio di Fisiopatologia Retinica della Clinica Oculistica dell'Università dell'Aquila (Aiuto Incaricato: Dott. N. Biordi). La valutazione, invece, dei parametri diabetologici generali è stata effettuata dal Centro Diabetologico della Ussl 06 (aiuto responsabile Dott. Rossella Iannarelli).
Abbiamo eseguito sedute agopunturistiche settimanali con aghi della lunghezza di 5 cm. e dello spessore di 0,35 cm., tutti bimetallici e a perdere. La manipolazione (con tecnica rotatoria) prevedeva la "sensazione d'arrivo del qi". I principi fitoterapici sono stati dati dopo i 3 pasti principali, mescolati fra loro. La terapia è durata 5 mesi con reclutamento di 3 mesi e follw-up di altri 3 mesi. Lo schema impiegato è stato:
Agopuntura: 2-6Rn, 17V, 6Rt, 22V.
Farmacoterapia cinese: Si sono impiegate tisane sul modello delle formulazioni (vedi sopra) Xia Ke Wan o Liu Wei Di Huang Wan (quest'ultima in estratto secco). Le decozioni sono state fatte assumere bis in diem e gli estratti alla dose media di 3 g. in due dosi refratte.
Fitoterapia: Eucalyptus, Arctium lappa, Achillea, (5 gocce di ciascuno), con aggiunta di Hamamelis Virginiana (15 gocce). La somministrazione è sempre stata bis in diem.
I risultati sono stati positivi in tutti i pazienti trattatti, sopratutto sotto il profilo funzionale. Variazioni significative si sono registrate nel profilo glicemico e nel controllo metabolico. Non si sono mai registrati effetti collaterali o indesiderati.
A partire dal Marzo 1993 abbiamo ripreso lo studio della "retinopatia diabetica" sotto due aspetti complementari.
Da una parte valutazione (in tutte le osservazioni conseguenziali in 3 mesi) della possibile connessione fra etiopatogenesi e quadri differenziati a sfondo essuditavo o emorragico. Crediamo, infatti, che il primo tipo sia più tipico delle forme ad etiologia alimentare con umidità-calore della rata, il secondo legato a turbe psichiche (qi qing) con compressione del qi del fegato.
Inoltre valutazione (con sofisticate metodiche funzionali) della reattività retinica al trattamento in agopuntura e fitoterapia.
Infine studio (con controlli trisettimanali) delle variazioni della glicemia, emoglobina glicosilata, insulinemia, fibrinogenemia, lipemia totale e frazionata, c-peptide.
I dati sono analizzati dopo un anno di terapia.
L'esame clinico ha riguardato 17 individui consecutivi (10 uomini e 7 donne, di età media pari a 47,8 anni) e la concordanza fra dati tradizionali e forma retinopatica (essudativa o emorrargica) è stata molto significativa (14 casi, pari al 82,3%). Il trattamento agopunturistico e fitoterapeutico ha riguardato 7 pazienti, 5 uomini e 2 donne, di età compresa fra i 45 ed i 67 anni (media 56 anni), 4 con forma essudativa e 3 con forma emorrargica. Le sedute sono state settimanali per un totale di 24 (sei mesi). Per quanto concerne la fitoterapia si sono impiegate decozioni con droghe cinesi nei primi tre mesi e nei successivi nove piante occidentali (secondo la natura e il sapore). Questa scelta terapeutica è stata motivata dall'elevato costo dei fitoprincipi cinesi. Nessun paziente ha abbandonato lo studio e non si sono registrati effetti collaterali degni di nota. I controlli oculistici sono stati ambulatoriali ed extraospedalieri, quelli ematochimici e diabetologici condotti presso il Centro Antidiabetico della Ussl 06 de l'Aquila (Aiuto Responsabile Dott. R. Iannarelli).
Per quanto riguarda la valutazione dopo tre mesi (periodo di trattamento con piante cinesi) abbiamo avuto:
Sotto il profilo soggettivo:

5 pazienti (71,4%) con netto miglioramento dell'acuità visiva,
1 (14,3%) con miglioramento lieve,
1 (14,3%) con stazionarietà.

Sotto il profilo strumentale:

4 pazienti (57,1%) stazionari,
3 (42,9%) con miglioramento lieve.

Assetto metabolico:

5 pazienti (71,4%) con variazioni non significative,
2 (28,6%) con variazione significativa e riduzione della dose di ipoglicemizzanti orali (sulfaniluree e/o biguanidi).

Al sesto mese (sospensione dell'agopuntura) ed alla fine della terapia (fase di inserimento di principi vegetali occidentali ed abolizione delle erbe cinesi) abbiamo registrato:

Sotto il profilo soggettivo:
3 soggetti (42,8%) con netto miglioramento dell'acuità visiva,
1 soggetto (14,3%) con miglioramento lieve,
3 soggetti (42,8%) con acuità invariata.

Sotto il profilo strumentale:

5 pazienti (71,4%) stazionari,
1 paziente (14,3%) miglioramento rilevante,
1 paziente (14,3%) miglioramento lieve.

Assetto metabolico:

4 pazienti (57,1%) variazioni non significative,
3 pazienti (42,8%) variazioni significative con riduzione della dose insulinica (in media 4 Unità) o degli ipoglicemizzanti orali.

Il campione molto limitato e l'ampia segregazione dei risultati non consentono valutazioni definitive. Tuttavia appare evidente l'efficacia (come terapia d'appoggio a quella sostitutiva o farmacologica) dell'agopuntura e della fitoterapia (sia con principi cinesi che occidentali). In futuro sarà necessario disegnare studi più rigorosi, con corti suddivise in gruppi più omogenei, versus placebo in "cross-over", onde avere risultati più probativi.
Siamo tuttavia soddisfatti, anche nei limiti enunciati, della nostra ricerca, sviluppata con criteri abbastanza rigorosi e ripetibili e su una patologia di scarsa frequentazione (in Europa) quando si parla di MTC.

C. DI STANISLAO - Gruppo San Li; - Roma

BIBLIOGRAFIA

AAVV: Encyclopedie de Medicine Naturelle, Tome I: Acupuncture, Ed. Thecniques, 1989.
AAVV: Encyclopedie de Medicine Naturelle, Tome II: Phytotherapie, Ed. Thecniques, 1992.
Auteroche B.: Xiaoke, Les Diabetes, Riv. fr. d'Acupunct, 38, 1984.
Borgonuovo R., Di Stanislao C., Cichetti A.: Nostra esperienza sulla retinopatia diabetica, Congresso AIMA, Roma, 1989.
De Berardinis D., Di Stanislao C., Corradin M., Brotzu R.: Organi Visceri, Ed. San/Li-Bimar, 1992.
Delcour A.: Phytotherapie Traditionelle Chinoise dans le traitment du Diabete, Folia Shinotherapeutica, 11, 1992.
Di Concetto G., Sotte L., Pippa L., Muccioli M.: Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese, Ed. UTET, 1992.
Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos (1), Ed. MeNaBi, 1990.

Tratto da: Tratto da:
Agopuntura e dintorni
Altri riferimenti:
Diabetes Mellitus from Western and TCM Perspectives, by Clinton Choate L.Ac.
tratto da http://www.progettodiabete.org

Medicina tradizionale indiana e diabete di tipo 2
Ayurveda
di Elena Invernizzi

La medicina tradizionale indiana, di origine antichissima, era stata in grado di cogliere alcune caratteristiche di varie malattie che sono state studiate dalla scienza medica moderna soltanto in tempi relativamente recenti.
In particolare aveva evidenziato alcuni aspetti patologici del diabete di tipo 2 sviluppando teorie che per alcuni tratti, se non nella forma, almeno nel contenuto sono riconducibili alla attuale visione della malattia.
Ayurveda è un temine sanscrito che deriva dall'unione dei termini Ayu e Veda, che significano rispettivamente Vita e Scienza.
Questa conoscenza ci è stata tramandata dai Veda, libri di carattere religioso le cui origini sono antichissime.
L'Ayurveda si basa sulla filosofia Samkhya (da Sat=verità e khya=conoscenza) sviluppata dagli antichi luminari indiani, i Rishi.
Per un approfondimento sulle basi religioso-filosofiche di questa disciplina rimandiamo a fonti più specialistiche.
Qui accenniamo soltanto ad alcuni tratti del pensiero ayurvedico, in particolare a quelli che fanno riferimento all'interpretazione e alla cura del diabete di tipo 2.
Bisogna premettere che la medicina ayurvedica prevede l'esistenza di tre forze o DOSHA: VATA (aria), PITTA (fuoco) e KAPHA (acqua).
Ogni essere possiede, secondo l'ayurveda, una propria costituzione data dalla mescolanza in certe percentuali dei tre dosha.
Secondo questo schema esistono quindi diverse tipologie di persone a seconda di quale sia il dosha predominante.
Le caratteristiche dei dosha sono dette guna: sono le qualità attribuite ad ogni singolo dosha.
Ad esempio ad un individuo di tipo kapha, cioè in cui predomina la costituzione kapha, saranno legati gli attributi di pesante, superficiale-lento, freddo, oleoso, viscoso-liscio, denso, tenero, statico, grossolano, opaco.
Quello che sostiene la filosofia ayurvedica è che una persona che abbia come carattere prevalente quello kapha sia portata, in seguito a un cattivo stile di vita o a squilibri alimentari, a sviluppare malattie come il diabete di tipo 2.
Questo perché se un tipo kapha mangia in eccesso alimenti che hanno le stesse guna o qualità della propria costituzione (ad esempio il formaggio, che presenta alcune delle caratteristiche kapha) si può creare un aumento di quel particolare dosha tale da sbilanciare il suo personale equilibrio delle forze.
Se la persona è in armonia il corpo è in grado di trasformare il cibo in energia.
Se invece c'è uno squilibrio il cibo non viene digerito bene e il kapha in eccesso si accumula nel corpo dando origine ad una sostanza detta ama (termine ayurvedico che descrive la sostanza non metabolizzata, essenzialmente kapha corrotto).
Il kapha trasformato in ama (che, per le sue caratteristiche è associabile al grasso), si deposita nei tessuti e rompe l'equilibrio fra grasso e muscolo.
Questo, secondo la medicina ayurvedica, compromette il metabolismo degli zuccheri.
Per la medicina ayurvedica sarebbe questa la causa del diabete di tipo 2 e per questo, nell'ambito di una filosofia mirante a ricostituire l'equilibrio e l'armonia della persona, la medicina ayurvedica fornisce diverse indicazioni di carattere alimentare che sarebbero in grado di contribuire a riattivare un corretto metabolismo degli zuccheri.
In genere, nell'ambito dei rimedi tradizionali ayurvedici, si consigliano cibi amari, piccanti e astringenti, proprietà in grado di contrastare il kapha in eccesso e disintossicare l'organismo.
Dall'analisi di questa particolare "teoria" sulle cause della malattia possiamo osservare come, seppur nell'ambito di una visione del mondo che fa riferimento a canoni pre-scientifici (almeno per quanto riguarda la catalogazione delle cosiddette "forze" o dosha che regolano l'esistenza), siano stati colti alcuni punti fondamentali della malattia, punti che in parte sono stati confermati in ambito scientifico dalla medicina ufficiale.
Infatti spesso l'accumulazione del grasso corporeo sta alla base dell'insulinoresistenza delle cellule all'azione metabolica dell'insulina prodotta dal pancreas e quindi di assorbire il glucosio dal sangue.
Inoltre, l'accenno alla natura innata di una particolare "costituzione" attribuibile ad ogni individuo in maniera univoca si può vedere come una antelucana intuizione dell'esistenza di una caratterizzazione genetica della persona, quindi all'idea del DNA e della natura congenita di certe malattie.

Infine le indicazioni di carattere alimentare fornite dalla medicina ayurvedica sono spesso in linea con il regime dietetico consigliato nel caso di diabete dalla medicina ufficiale.
La base del regime alimentare ayurvedico è data da una dieta vegetariana povera di grassi e con alto contenuto di fibra. Vengono inoltre consigliati cibi ricchi di carboidrati complessi piuttosto che di zuccheri semplici.

Comunque, a chi fosse interessato alle indicazioni della medicina tradizionale indiana consigliamo di leggere alcuni articoli di cui forniamo il link, ma prima di tutto, di rivolgersi al proprio medico diabetologo per essere in grado di discernere quanto di questa antichissima conoscenza sia applicabile al caso specifico del diabete e quanto invece sia frutto di interpretazioni arbitrarie.


Fonti:
www.healthwell.com ; www.naturalismedicina.com

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