Controlli insufficienti per bambini e adolescenti - A.G.D. Como ODV - Associazione di aiuto ai giovani diabetici -





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Controlli insufficienti per bambini e adolescenti

Argomenti trattati > Fatti e misfatti

i risultati dello studio «TEENS»
Bambini e adolescenti con diabete Controllo della malattia insufficiente
Oltre i due terzi dei pazienti, il 70% circa, non raggiunge l’obiettivo terapeutico. Analizzati i fattori che potrebbero consentire di migliorare la situazione
di Franco Marchetti
Quali fattori condizionano il controllo della malattia nei bambini e nei giovani adulti con diabete di tipo 1? Qual è il grado di controllo della malattia e soprattutto, è possibile migliorarlo? E qual è la qualità della vita dei giovani con diabete?
Domande che trovano una risposta nello studio TEENS, la più grande ricerca internazionale mai condotta su giovani diabetici nella vita reale, realizzata con il contributo di Sanofi, i cui risultati sono stati resi noti in occasione dell’annuale congresso dell’American Diabetes Association. Sono stati poco meno di seimila i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti di venti nazioni coinvolti nell’indagine cui ha dato un importante contributo il nostro Paese. «L’Italia ha arruolato poco più di mille pazienti in oltre venti centri distribuiti in tutta la penisola - ricorda il coordinatore dello studio per l’Italia Stefano Tumini, responsabile del Servizio Regionale di Diabetologia Pediatrica a Chieti -. Avendo reclutato una popolazione così ampia abbiamo fra l’altro in previsione di valutare i fattori culturali loco regionali che incidono sulla qualità delle cure nella realtà italiana. La popolazione in studio è stata suddivisa in tre fasce d’età: da 8 a 12 anni, da 13 a 18 anni e da 19 a 25 anni».
Lontani dagli obiettivi terapeutici
Un primo dato emerso dalla ricerca è che il controllo della malattia non è per niente soddisfacente. Oltre i due terzi dei pazienti, il 70% circa, non raggiunge l’obiettivo terapeutico, rappresentato da un livello di emoglobina glicata inferiore al 7,5% per i giovani di meno di 18 anni e al 7% al di sopra di tale età. Peraltro dall’indagine emerge anche che il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico di un buon controllo della malattia si associa a un miglioramento significativo della qualità della vita dei giovani diabetici. Tuttavia i livelli di emoglobina glicata nel sangue si mantenevano al di sopra del valore raccomandato nella maggior parte dei giovani in tutte e tre le fasce d’età considerate, con qualche piccola differenza: «I bambini della fascia 8-12 anni sono quelli che tendono ad avere un miglior controllo metabolico - aggiunge il ricercatore -, probabilmente perché supervisionati dai genitori». Ma anche in questa popolazione il valore medio era ben lontano dall’obiettivo.
I fattori che possono aiutare
Appurato l’insoddisfacente controllo della malattia i ricercatori hanno cercato di analizzare i fattori che potrebbero consentire di migliorare la situazione. È stata così individuata una serie di elementi: demografici, legati al trattamento e collegati all’ambiente familiare. Per quanto riguarda gli aspetti demografici, accanto all’età 8-12 anni, apparivano giocare un ruolo positivo la minor durata della malattia e l’assenza di oneri finanziari correlati alla sua terapia. Sul versante del trattamento risultavano rilevanti l’uso degli infusori, l’esecuzione di più di tre controlli glicemici al giorno, il conteggio dei carboidrati, la pratica di attività fisica (superiore a 30 minuti alla settimana) e il fatto che non si verificassero complicazioni (episodi di chetoacidosi). Per quanto concerne infine il ruolo della famiglia, un miglior controllo si correlava a un maggior coinvolgimento dei genitori nella terapia e all’assenza di conflitti familiari riconducibili al diabete.
Migliorare la qualità della vita
Gli autori della ricerca si augurano che l’individuazione di questi fattori, molti dei quali suscettibili di intervento, potrà aiutare a migliorare il controllo della malattia e di conseguenza la qualità della vita dei giovani con diabete. «Lo studio TEENS offre dati eccezionali correlati alla cura e ai suoi risultati nei giovani con diabete di tipo 1 in tutto il mondo. I dati raccolti ci aiuteranno a progettare nuovi approcci alla cura che consentiranno di superare molte delle difficoltà associate a un controllo glicemico sub ottimale e al peso psicosociale della cura, offrendo così un aiuto ai giovani diabetici e alle loro famiglie» commenta uno dei responsabili dello studio, la dottoressa Lori Laffel, del Joslin Diabetes Center dell’Università di Harvard. «Nell’ambito di una patologia cronica l’erogazione delle cure deve tenere conto dei fabbisogni dei pazienti che vanno individuati anche ricorrendo a studi multicentrici come questo - aggiunge Tumini -. È necessario tenere conto non solo dei parametri metabolici, ma anche dei fattori psicologici, di quelli socio-economici e del modello di erogazione delle cure».

tratto da www.corriere.it

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