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Diagnosticano bronchite ma era diabete

Argomenti trattati > Fatti e misfatti

Diagnosticano bronchite a bimbo di 4 anni, ma era diabete.

Tarquinia - La madre denuncia una pediatra e un medico del Bambin Gesù di Palidoro - Il piccolo è stato salvato in extremis a Belcolle

Aveva fortissimi dolori ovunque, tanta sete, respiro affannato e debolezza. La mamma, preoccupatissima dopo diverse settimane che lo vedeva star male, l’ha portato al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Bambin Gesù di Palidoro. Qui al piccolo Matteo (nome di fantasia), di appena 4 anni, hanno diagnosticato una comunissima bronchite.
“C’è l’influenza che gira e lei, signora, dovrebbe essere meno apprensiva” avrebbero detto i medici che hanno visitato il bambino, consigliando ai genitori di riportarlo a casa e di aspettare miglioramenti.
Una visita sommaria, secondo il racconto della mamma di Matteo, quella alla quale il bambino è stato sottoposto al pronto soccorso del Bambin Gesù di Polidoro. Giusto uno sguardo alla gola e due domande sui sintomi. Niente analisi del sangue, niente esami più approfonditi, niente più di un’occhiata rapidissima.
“Ho provato a insistere finché ho potuto – spiega la signora, che vive con la famiglia a Tarquinia – poi alla fine sono dovuta ritornare a casa. Non avevo scelta. Ma Matteo continuava a stare male, peggiorava sempre di più e mi accorgevo che aveva bisogno di un medico, di qualcuno che potesse spiegarci cosa aveva e salvarlo. Vedevo mio figlio respirare malissimo, vomitava sangue, aveva le terminazioni ghiacciate”.
Il culmine di un calvario iniziato già da alcuni mesi, ma che arrivò quello stesso pomeriggio, poco dopo il ritorno a Tarquinia dall’ospedale di Palidoro.
“Anche se al Bambin Gesù mi avevano liquidato dicendo che aveva solo una bronchite – continua – non ce la facevo a farmelo bastare. Non ci credevo. E così l’ho portato al pronto soccorso di Belcolle. Qui siamo stati accolti in modo del tutto diverso, finalmente professionale. Mio figlio è stato subito visitato e in pochi minuti gli hanno diagnosticato un diabete di tipo uno. Le sue condizioni erano sempre più gravi, ormai era in coma, ma almeno sapevamo cosa aveva”.
Per tutta la notte e fino alla mattina successiva la vita di Matteo e la speranza della sua famiglia è rimasta appesa a un filo. La prognosi era riservata e i medici non potevano ancora tranquillizzare sua madre.
“Pregavamo e speravamo – racconta la mamma del piccolo – perché a quel punto serviva soltanto quello. Il giorno dopo, però, quell’incubo è finito. I pediatri ci hanno detto che Matteo era fuori pericolo e che da quel momento bastava soltanto iniziare la terapia con le dosi di insulina. Per altri dieci giorni è rimasto in ospedale, poi è stato dimesso e ha potuto ricominciare una vita serena, come meritano tutti i bambini”.
Una storia a lieto fine, nonostante la paura e la sofferenza dei mesi trascorsi, che ora i genitori di Matteo vogliono far pagare, almeno simbolicamente, a chi ha avuto responsabilità. Tramite l’avvocato Giuseppe Picchiarelli quindi la signora ha sporto una querela nei confronti di una pediatra di Tarquinia e di un medico dell’ospedale Bambin Gesù di Palidoro.
“Non è una questione di soldi – ci tiene a precisare la donna – ma non posso neanche stare con il pensiero che qualche altro bambino rischi la vita a quel modo. Chi ha sbagliato deve pagare. Mio figlio ha rischiato di morire”.

Tratto da
http://www.tusciaweb.eu

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